martedì 15 settembre 2015

Zigantes de Pedras, Tomo I: Recensione di Gabriele Maestri



Copertina del Tomo I.


Indice.


Alessandro al nuraghe Is Orixeddus I.


Il monte Acutzu.


Il monte Murtineddu.


Di Gabriele Maestri:

Alcune riflessioni dopo aver letto il libro del G.R.S. Gruppo Ricerche Sardegna di S. Garau, Alessandro Atzeni e T. Mura;
Zigantes de Pedras, Tomo 1 – Insediamento".
Come già il libro precedente del G.R.S. “La Luce del Toro”, anche questo è scritto in modo facile, senza inutili capriole, ben spiegato e ben documentato.
Il libro inizia con una breve spiegazione della tipologia di nuraghi per passare subito dopo alla parte riguardante i nuraghi costieri e quelli lungo i fiumi. Ben presentata e ben argomentata è accompagnata da molte fotografie. Leggendo questa parte del libro si comprende bene come il controllo delle vie d’acqua interne e marittime non poteva che essere svolto dai sardi residenti dell’epoca nuragica. L’attività di trasporto sui fiumi era senz'altro più veloce e sicura che sui sentieri e strade tortuose. Anche se in 3000 e passa anni la morfologia del territorio in pianura e a ridosso delle colline e montagne è cambiata nascondendo probabilmente i vecchi alvei dei fiumi, si capisce bene l’importanza della navigazione fluviale collegata con quella marittima. Da qui si capisce la necessità di controllare queste importanti vie di comunicazione. Costruendo tantissimi nuraghi nelle posizioni opportune sia sulla costa che lungo i fiumi si ha l’impressione che queste popolazioni difficilmente potevano essere in competizione violenta. Era necessaria un’unitarietà d’intenti, una politica mercantile e sociale comune, un governo comune almeno delle zone che dal mare si sviluppavano nel entroterra lungo i fiumi e nelle valli laterali. Non so se potevano essere i famosi cantoni, ma comunque da lì prima o poi nasceva uno stato.
Penso che continuando le ricerche per individuare vecchi alvei dei fiumi si troverebbero forse resti delle imbarcazioni o dei pontili delle zone di scambio merci interne. Nel periodo del bronzo la Sardegna quasi tutta era interessata da una zona climatica atlantica con molte precipitazioni. L'acqua scendendo dai monti a forte velocità cambiava spesso il letto aggirando anche robuste zone collinari. Da questa parte del Tirreno, Reggio Emilia e dintorni, i fiumi si sono spostati in modo naturale di decine di chilometri. Partendo dal punto di sbocco della valle montana e seguendo le conoidi d’eiezione sono stati ricostruiti molti alvei di fiumi grandi e piccoli e di cui spostamento si registrava ancora nel medioevo.
Avere soldi e tempo per fare queste indagini si potrebbe forse trovare qualcosa di interessante.
Intanto accontentiamoci di teoria che è ben documentata e spiegata.

La parte successiva riguarda l’organizzazione delle comunicazioni tra diversi gruppi di nuraghi qui definiti cluster e il controllo del territorio da parte di questi gruppi.
Per poterlo spiegare bene gli scriventi si sono fatti centinaia di chilometri a piedi per verificare la bontà delle loro affermazioni. Con uno di loro, Alessandro Atzeni, ho avuto il piacere di visitare il gruppo di Is Orixeddus (Quartu S. Elena) descritto in questo libro.
Ci sono molte cartine con indicati collegamenti tra nuraghi dei vari cluster tramite un nuraghe chiave o ponte. Le cartine topografiche hanno evidenziate le curve di livello, il che permette di farsi un'idea di posizione e di contatto visivo tra diversi nuraghi.
Non devo aggiungere che la tesi esposta nel libro si oppone alla tesi di “sistema Onnis”, secondo me con successo.
Ci sono molte foto, purtroppo in bianco nero, non sempre di buona qualità. Per questi testi sarebbe forse opportuno allegare un CD con foto a colori e magari in 3D.
Una delle zone prese in considerazione è quella di Quartu. Nel 2012 sono stato con Alessandro a vedere i nuraghi del gruppo Is Orixeddus e lì ho scattato alcune foto che presento qui.
Nella prima c’è Alessandro sulle rovine di Orixeddus 2, segue una catena montuosa ripresa da Is Orixeddus 2, che è il monte Acutzu, con un nuraghe ed il monte Bruncu Casteddu; la terza foto è fatta da Is Orixeddus 1, riprende il monte Murtineddu. Sul passo tra questo monte e il M. Acutzu c’è un nuraghe che collegava i due gruppicluster di nuraghi. Questi monti che dividono i due cluster sono descritti nel libro.

Il libro termina con due domande/ipotesi .
I nuraghi, per il controllo del territorio, almeno uno per gruppo, sono stati costruiti prima del nuraghe ponte? Solo successivamente si è palesata la necessità di un collegamento? Questo ci direbbe che c’è stata un evoluzione di due o più gruppi residenti nelle zone limitrofe che per qualche ragione ha sentito bisogno di creare e mantenere un collegamento per un migliore ed efficace controllo del territorio e che da quel momento in poi non era più inteso individualmente ma come un estensione di tipo nazionale o parastatale.
Oppure: individuato il territorio sul quale disporre due o più gruppi si è prima costruito il nuraghe ponte e dopo i nuraghi delle zone residenziali? In questo caso si avrebbe una pianificazione del territorio di tipo coloniale. Un potere politico/militare decide di collegare e controllare più zone abitate e prima di costruire i nuraghi per il controllo del territorio costruisce il nuraghe ponte.
Come facilmente si capisce, in questo secondo caso si tratterebbe di un organizzazione territoriale e politica di livello superiore.
Una domanda per finire: cosa si intende per il controllo del territorio con una serie di nuraghi anche molto vicini tra loro? Per costruirne uno ci voleva tempo, uomini, soldi e popolazione di supporto che mantenesse ben pasciuti gli operai. Questo per fare un nuraghe poteva già essere un problema, ma per costruirne tanti nei tempi abbastanza ristretti doveva essere molto impegnativo. Il controllo del territorio era possibile in altro modo? Con altre costruzioni meno impegnative? Collegamento visivo con altre costruzioni si poteva fare? Mancava forse il legname in Sardegna?

Ancora complimenti agli studiosi del G.R.S. ed un ringraziamento ad Alessandro per il libro e la dedica.

Pagina Facebook dove richiedere il libro.