domenica 14 marzo 2010

La grande mistificazione?




Barumini.
La grande fortezza, il bastione impenetrabile, l'altissima torre di guardia.
La struttura si staglia imponente, gigantesca, sullo sfondo della Giara.
I nuraghi posti sul bordo della stessa svettano nettamente contro il cielo terso d'un mattino d'estate, mentre le cicale friniscono tra l'erba alta e le fronde semisecche.
Intanto la vita scorre lenta al villaggio, come ogni giorno. La calura eccezionale proibisce qualsiasi sforzo non necessario o spostamento inutile.
Solo qualche randagio si aggira, sfinito, per i vicoli del tortuoso complesso;
è quasi l'ora del pasto.
Non esce fumo dalle semplici case di pietra, oggi solo cibo freddo e ricco d'acqua, ortaggi perlopiù, per attenuare la sete ed il caldo torrido.
Sul bastione si aggirano figure di armati, ampi scudi, elmi dalle corna possenti, spade luccicanti.
Il loro sguardo vaga verso i confini del cantone. Spetta loro la difesa del "Re" del Nuraghe, sia da nemici esterni che interni.
Un uomo chiede di poter accedere alla struttura. Viene riconosciuto e gli viene calata una scala di corda, andrà a sostituire la vedetta della torre di guardia.
Nel palazzo-fortezza intanto "su meri" amministra la giustizia, stringe alleanze, decide le future mosse ai danni dei cantoni vicini. La guerra è il fondamento della civiltà nuragica. Sulle sue doti di guerriero egli ha fondato il suo regno, il suo prestigio, la sua potenza.
Due guerrieri scelti e di provata fiducia vigilano sulla sua vita, mentre nella stanza più interna del complesso, il Re medita sul futuro del suo popolo.








QUESTO, IN TEORIA.

E se non fosse stato così?


(continua....)








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